Molte persone sono convinte che la Scienza un giorno riuscirà a demolire totalmente tutte le religioni umane e eradicare il senso del divino dal cuore dell’uomo. Etichettate come frutto di superstizione e di ignoranza, le varie confessioni saranno prossime ad eclissarsi con l’avanzare delle conquiste tecnologiche e delle battaglie civili laiche (meglio definirle: laiciste), come il risultato di inevitabili sorti magnifiche e progressive della cultura umana.
Ma ahiloro, la Scienza è un sistema conoscitivo metodologico neutro, che come un’arma a doppio taglio sta demolendo inaspettatamente numerose convinzioni sulla comprensione umana della realtà, su cui si è edificato e sorretto il pensiero filosofico dell’uomo moderno dall’Illuminismo fino ai giorni nostri.
Non staremo certo qui a citare i tanti eventi miracolosi o fatti inspiegabili, che fagocitano litri di inchiostro e accese diatribe virtuali tra sostenitori e detrattori degli stessi. Invece prenderemo in esame un fenomeno insolito, colpevolmente ignorato per troppo tempo dalla Comunità Scientifica accademica internazionale, ma sempre vitale per decenni come prodotto di nicchia per ricercatori indipendenti: la Lucidità terminale.
E’ un evento insolito sporadico, che si manifesta in individui affetti da demenza senile congenita o acquisita da malattie batteriche, che colpiscono il tessuto nervoso. Prevalentemente il fenomeno incide maggiormente sui pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer, che è una forma di demenza neurodegenerativa invalidante ad esordio prevalentemente senile, dai 65 anni in su (ma non mancano forme pre-senili).
L'avanzare della malattia genera un quadro clinico sempre più evidente e debilitante: confusione, irritabilità e aggressività, sbalzi di umore, difficoltà nel linguaggio, perdita della memoria a lungo termine e progressive disfunzioni sensoriali. [1] [2]
Questi effetti sono dovuti alla graduale ma progressiva perdita del tessuto nervoso, a causa della morte di miliardi e miliardi di cellule cerebrali.
A sinistra, cervello di paziente affetto da morbo di Alzheimer. A destra, cervello di individuo sano. Da notare gli ampi solchi visibili, prodotti dalla devastante necrosi cellulare, arrecata dalla neurodegenerazione progressiva in atto.
Poiché per il morbo di Alzheimer non sono attualmente disponibili terapie risolutive ed il suo decorso è progressivo, la prognosi si rivela infausta e conduce lentamente alla morte del malato, ossia quando la malattia intaccherà aree cerebrali vitali per l’organismo.
In questo grave quadro debilitante il semplice parlare, la capacità di interagire con l’ambiente esterno, i ricordi di gioventù, l’abilità di ragionare e di riconoscere i propri cari vengono man mano annichilite nel tempo e la stessa identità del paziente viene irrimediabilmente compromessa.
Ma in alcuni casi sporadici avviene qualcosa di straordinariamente sbalorditivo: alcuni giorni o ore prima di morire (per i gravi effetti della malattia) alcuni pazienti diventano perfettamente lucidi: iniziano a riconoscere i loro cari e ad interagire con loro in assoluta nitidezza mentale, in alcuni casi redigono atti testamentari e ultime volontà, narrano di viaggi ultraterreni compiuti nel tempo, dopodiché muoiono a distanza di qualche giorno al massimo.
Questo video è un breve estratto della conferenza internazionale degli studi sulla natura della Coscienza, promossa e finanziata dalle Nazioni Unite nell’ambito del più vasto progetto scientifico AWARE.
Il relatore è Bruce Greyson, professore di Psichiatria all’Università della Virginia, esperto di fama mondiale negli studi sulla Coscienza umana, nonché noto autore di articoli e libri scientifici a tema.
Sempre il prof. Greyson (in collaborazione col prof. Nahm) nel 2009 ha pubblicato una rewiev scientifica (ossia una rivisitazione integrata degli articoli, pubblicati da altri autori, e ricapitolazione riassuntiva degli ultimi avanzamenti scientifici in campo medico), dal titolo emblematico: Terminal Lucidity in Patients With Chronic Schizophrenia and Dementia, The Journal of Nervous and Mental Disease, Volume 197, n. 12, Dic. 2009, elencando decine di casi clinici documentati e reperibili in Letteratura scientifica, tracciando deliberatamente un excursus storico del fenomeno sin dal XIX sec. . [3]
Ovviamente i dati sperimentali, raccolti dall’analisi di questo insolito fenomeno, non dimostrano né confermano le congetture teorico-scientifiche, che ambiscono di dimostrare inequivocabilmente mediante il metodo scientifico-galileiano l’esistenza della vita dopo la morte e dell’aldilà.
Ma di certo pongono molti interrogativi alla Comunità scientifica, gettando un’ombra lunga sulla necessità di rivedere alcune convinzioni e paradigmi, su cui si è imperniata troppo colpevolmente tutta la nostra società, additando come frutto di superstizione e ignoranza quel delicato rapporto spirituale, che ha da sempre congiunto l’uomo alle sfere celesti superiori, recidendone e appianandone progressivamente i sottili legami millenari.
E' dalla seconda metà dell'800 che alcuni "ricercatori" (del tipo, atei di giorno ed spiritisti di notte, come lo scienziato psicanalista massone Jung, amico/nemico del pseudo-ateo Freud) si stanno occupando scientificamente di questo sconcertante fenomeno, ma solo dal 1975 si stanno intensificando queste ricerche.
Ovvio che ne tengono in considerazione in questo particolare frangente storico, dove il materialismo ha compiuto la sua missione e avanza la necessità di introdurre una nuova religione mondiale in salsa New Age.
