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Un paradosso per il darwinismo: vaso antico vs cellula primordiale

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Ròboris
view post Posted on 7/7/2012, 15:32




Di A.S. - 10/02/2012


Navigando per il web, la mia attenzione è stata catturata da questo articolo antievoluzionista, degno di particolare considerazione e approfondimento:

http://progettocosmo.altervista.org/index....ask=view&id=134

A mio parere è forse una delle poche argomentazioni puramente razionale, limpida e lineare che, facendo uso della ragione, riesce a demolire il basamento “raziocinante”, su cui si articola tutta l’impostazione ideologica del darwinismo.

Per cercare di capire meglio la successiva trattazione logico-matematica, iniziamo con un semplice “paradosso”, avanzato da molti sostenitori delle tesi antievoluzioniste, particolarmente significativo:

personalmente, seguendo i documentari di Super Quark, La Macchina del Tempo, Passaggio a Nord-Ovest, ecc., sono rimasto affascinato da splendidi reperti archeologici, rinvenuti in spedizioni scientifiche, organizzate da archeologi.

Supponiamo che un ricercatore scopre un vaso antico, la voce narrante del programma, dopo un’attenta descrizione delle circostanze e delle vicende, che hanno portato alla luce il rinvenimento, sepolto da millenni, giunge alla conclusione che un uomo antico ne fu l'autore indiscusso (peraltro come darle torto!!!).

Il commentatore non si pone il ben che minimo dubbio su un’origine magari diversa.

Quando però lo stesso passa in rassegna, in un altro servizio, le varie teorie sulla formazione della Vita sul pianeta Terra, come da copione accademico, fornisce spiegazioni con sicurezza perentoria, che oscilla tra il grottesco e l’arroganza cattedratica.

Semplificando ai minimi termini: tutta la vita sulla Terra è il prodotto di fortunatissime “coincidenze”ancestrali.

Che dire!!! Il mondo ci ha abituato a sorprendenti avvenimenti e straordinarie combinazioni, che a volte superano la più fervida fantasia, ma è pur vero che la complessità della cellula supera di gran lunga qualsiasi formazione casuale di vasi preistorici, statuette di argilla, monili, utensili e pitture rupestri. Chi potrebbe darci torto!!! Eppure per la Scienza accademica l’unico autore possibile di giare, dipinti, statue e quant’altro è stato l’uomo (essere pensante), mentre per la formazione della vita sulla Terra (ma anche in qualsiasi altri pianeti dell’universo) non potrebbe essere che: il cieco caso.

Dire “paradosso” è riduttivo e alquanto offensivo per l’intelligenza dei lettori. Non sono richieste doti intellettuali eccelse e raffinate per riconoscere la “disparità” di trattamento della Scienza accademica, che si riflette sulle affermazioni della stampa divulgativa mass-mediatica.

Ma torniamo all’articolo, redatto da Progetto Cosmo.

Inutile quotarlo tutto, tuttavia mi soffermo sulla parte riguardante la trattazione logico-matematica dello stesso (precisamente la parte finale), cercando di approfondire la questione e aggiungendo le mie personalissime spiegazioni e riflessioni:

“(1) L'intelligenza è ciò che crea e perfeziona i sistemi. [...]”

Un computer è risaputo contenere un grado di complessità non dovuto al caso, ma ad una mente pensante: l’ingegnere progettista.

“(2) I sistemi tecnologici bionici sono completamente creati dall'intelligenza.

Se indichiamo con B, l'insieme delle opere di ingegno umane. Allora sarà B>0, cioè il contenuto di intelligenza intrinseca è maggiore di zero, dove per “0” si intende il puro caso fortuito e cieco, cioè con zero intelligenza.

“(3) I sistemi bionici [...] imitano la natura, ma sono meno perfezionati ed efficienti dei modelli naturali che imitano (chiamiamo N [...]), quindi B è minore di N.”

E' risaputo che Leonardo ha studiato gli uccelli per concepire il volo e tanti altri esempi, perciò:
contenuto di intelligenza: B< N, dove N è l'insieme di tutte le opere della natura, che, essendo molto più complicate di qualsiasi opera umana che le imita, converremo che sono molto più complesse e a più alto contenuto di intell igenza.

“(4) I prodotti della natura non sono creati dall'intelligenza, quindi N è uguale a zero. Questa è la tesi fondamentale dell'evoluzionismo Darwiniano: i sistemi naturali sembrano solo contenere dell'informazione. Ma è solo un'illusione, non una realtà, perché non c'è della vera informazione in essi. Proprio perché non hanno della vera informazione essi hanno potuto evolversi grazie solo al caso e alla necessità.

Ma per lo scienziato ottocentesco Charles Darwin e i suoi fedelissimi estimatori, tutta la Natura è stata generata dal caso. Quindi per i darwinisti, N=0 come contenuto di intelligenza intrinseca, non essendoci una causa intelligente e finalistica ad aver generato le forme viventi.

“(5) Dal punto 3 (B minore di N) e dal punto 4 (N uguale a zero) si deduce che B è minore di zero.”

Riassumiamo le formule dalla prospettiva evoluzionista:

abbiamo detto che B<n e che N=0 quindi ne deduciamo che B<0.

“(6) Dal punto 2 si ha che B è maggiore di zero [...].”

ma avevamo anche detto che B>0, perché è a più alto contenuto intelligente non casuale.

“(7) Quindi abbiamo che B è maggiore di zero e nello stesso tempo B è minore di zero.”

Il risultato è una palese contraddizione logico-matematica, B deve essere contemporaneamente B<0 e B>0.

Riporto il commento dell'autore integralmente:

Questo "paradosso della bionica" è una vera e propria contraddizione logica, ciò che in logica-matematica si chiama "antinomia" o "paradosso logico". Tutte le volte che in logica-matematica si presenta un'antinomia è a causa di una premessa non valida. Quale è nel caso del "paradosso della bionica" la premessa falsa? Siamo sicuri che il lettore di questo sito non ha difficoltà a scoprire che la premessa sbagliata è il punto 4, cioè proprio la tesi fondamentale dell'evoluzionismo. Ecco dimostrato in modo matematico che [anche] la bionica smentisce Darwin!


Articolo sul sito: http://www.katholikos.eu/index.php?option=...d=23&Itemid=147
 
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