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L’inquietante “Cena pasquale” del Cammino neocatecumenale

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Ester80
view post Posted on 15/8/2012, 14:22 by: Ester80




Vorrei ringraziare l'amico Lino per il dettagliato ed agile lavoro sull'ideologia sottesa all'arte (???) pittorica del "guru" - sia detto sullo stile Youtuber's - Kiko Arguello.

Non potendo in alcun modo completare l'articolo, già completo e ben organizzato di suo, mi limito soltanto a sottolineare due cose:

1. Extra Ecclesiam nulla salus.
Con questo voglio affermare che, qualora un qualsiasi movimento interno alla Chiesa si discosti più o meno scientemente (giacché, in certi casi, certe deviazioni accadono per sentimenti puramente umani e poco cristiani quali l'ansia di primeggiare o di strafare, e non certo per istituire eresie, scismi o religioni miste in nome di un non ben definito ecumenismo - ovvero, un ecumenismo ben dissimile dall'Ut unum sint di matrice evangelica) dalle direttive magisteriali, catechetiche, dottrinali e quant'altro, promosse e divulgate dalla Chiesa Cattolica, quand'anche avesse uno "statuto proprio", esso andrà riconosciuto come lontano, diverso e/o addirittura contrario alla Chiesa, e andrà condannato senza alcuna renitenza.
Per fare un esempio molto terra-terra: si sente spesso parlare di autonomia per la P.A., in modo particolare per la scuola, per le Regioni...questo però non vuol dire che il P.O.F. di una scuola o una legge regionale può entrare in conflitto con le norme nazionali. Qualora accadesse un caso del genere, basta innescare una procedura giudiziaria e la legge viene cassata immediatamente.
Ora, se ciò accade per le miserie burocratiche umane, quanto più deve - e lo dico con forza -, deve essere messo in opera per le cose di Dio. Nessuna salvezza fuori dalla Chiesa: per cui, chi aderisce a simili correnti contrarie agli insegnamenti della Chiesa Cattolica, deve essere pienamente consapevole della sua scelta scismatica.
Da qui, consegue il secondo punto sul quale voglio soffermarmi.

2. Si ama ciò che si conosce.
Il grande assente, a livello capillare, dei Sacri Riti, è spesso il senso del Sacro, perduto o mimetizzato in mille trovate da reality, cascate di lustrini fatti di nulla, elucubrazioni partorite da menti ormai fiacche, che ritengono prosciugata la sorgente della Parola di Dio - sulla quale potrebbero imbastirsi fior di omelie atte ad educare il popolo - e, con tale scusa, preferiscono far tacere la roccia del Sepolcro - seppellendo Cristo per la seconda volta - a vantaggio di liturgie con la elle minuscola, ridondanti di un'eco vuota, chiassose nel loro silenzio assordante, stancanti, deprimenti, deludenti.
Dov'è Dio? Ci chiediamo più e meno consciamente quando usciamo da una cosa che - se non fosse per la "distribuzione delle Ostie" - avremmo bollato come una trasmissione vagamente trash, di quelle dove si litiga facendo solo a gara a chi urla di più, ovvero un programma-contenitore, di quelli dove non si riesce mai a capire di cosa trattino.
Dov'è Dio? La domanda, scaturita dall'aridità della Parola, sempre più relegata all'angolo come il Santissimo in una malfatta chiesa moderna, cerca l'unica risposta possibile in una inaspettata pioggia di Grazia che possa far fiorire il deserto. Ma, invece di aprire la Bibbia e meditare sulla Parola, nel modo semplice che Cristo insegna, si viene istintivamente attratti dai quei luoghi e quei gruppi nei quali sembra che la Grazia sovrabbondi, poiché si balla, si canta, si invoca alla maniera degli sciamani la discesa dello Spirito Santo, e in quest’atmosfera si crede di aver trovato la pietra filosofale che tutto tramuta in oro.
Un Paese di Bengodi che, fortunatamente, si rivela poi per quello che è: un luogo in cui ci si abbassa ad una sfera tremendamente bruta, fatta solo di sentimentalismi, di emotività, di un’euforia che scimmiotta goffamente la gioia, proprio come un asino rivestito dalla pelle di un leone. A quel punto, c’è chi riesce ad uscire da un simile tunnel a senso unico, e chi invece rimane invischiato dai canti delle sirene, prendendo per oro colato qualsiasi scemenza detti il proprio kapo’, che a sua volta è stato indottrinato dai kapo’ suoi superiori, in una scala piramidale non dissimile dal settarismo attuato da aziende dedite alla vendita porta-a-porta di cui si è occupato anche Striscia la notizia qualche anno fa.
Ecco perché è assolutamente necessario che ci siano persone attente, colte, formate diligentemente alla scuola della Chiesa Cattolica, che mettano a disposizione il proprio tempo e la propria cultura per sradicare – sia pure nello spazio ristretto della Parrocchia o in quello, si spera in crescita, del Web – le errate convinzioni inculcate dai "katekisti" (lo scrivo così per non offendere i catechisti veri) agli “adepti”, i quali, spesso, non fanno caso alle tele (non chiamiamole icone, per non offendere la Tradizione Artistica della Chiesa) imbrattate dal “guru”, delle quali risalta subito la bruttezza, che camuffa bene i significati reconditi in esse racchiusi.
In questo senso, apprezzo il lavoro di Lino, perché è sì dettagliato, ma è anche snello e di facile lettura, il che vuol dire di facile e rapida diffusione anche tra le persone che non hanno avuto l’opportunità di approfondire la conoscenza delle Scritture, del CCC, delle stesse omelie o udienze papali, veri e propri condensati di istruzione cristiana, e così via.
Auspico, pertanto, una prosecuzione di questo filone, perché sia possibile a tutti avere gli strumenti adatti per giudicare successivamente, conoscendo le due campane in gioco, secondo la propria coscienza, quale sia la scelta di vita da fare.
Buon lavoro, Lino, di tutto cuore. :)
 
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13 replies since 13/8/2012, 17:14   2559 views
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