Katholikòs Forum - Forum Cattolico

San Lorenzo, il fuoco e le lacrime del 10 agosto

« Older   Newer »
  Share  
Ester80
view post Posted on 7/8/2012, 10:42




10 AGOSTO
SAN LORENZO MARTIRE


21350AC


Protettore dei diaconi, dei cuochi, dei pompieri, dei rosticcieri,
dei vetrai, dei pasticcieri, dei pastai, dei librai, dei bibliotecari.


BIOGRAFIA
Le notizie sulla vita di Lorenzo, che pure in passato ha goduto di una devozione popolare notevole, sono scarse. Si sa che era originario della Spagna e più precisamente di Osca, in Aragona, alle falde dei Pirenei.
Ancora giovane, fu mandato a Saragozza per completare gli studi umanistici e teologici; lì conobbe il futuro papa Sisto II. Questi insegnava in quello che era, all'epoca, uno dei più noti centri di studi della città e, tra quei maestri, il futuro papa era uno dei più conosciuti ed apprezzati. Tra maestro e allievo iniziò un'amicizia e una stima reciproche. Entrambi, seguendo un flusso migratorio allora molto vivace, lasciarono la Spagna per trasferirsi a Roma.
Quando il 30 agosto 257 Sisto fu eletto vescovo di Roma, affidò a Lorenzo il compito di arcidiacono, cioè di responsabile delle attività caritative nella diocesi di Roma, di cui beneficiavano 1500 persone fra poveri e vedove.

Il martirio
Al principio dell'agosto 258 l'imperatore Valeriano aveva emanato un editto, ordinando che tutti i vescovi, presbiteri e diaconi dovevano essere messi a morte:
«Episcopi et presbyteri et diacones incontinenti animadvertantur».
(Tascio Cecilio Cipriano, Epistola lxxx, 1)
L'editto fu eseguito immediatamente a Roma. Sorpreso mentre celebrava l'eucaristia nelle catacombe di San Callisto, papa Sisto II fu ucciso con quattro diaconi il 6 agosto; quattro giorni dopo fu la volta di Lorenzo, che aveva 33 anni. Egli fu bruciato sulla graticola messa sul fuoco ardente.

Il culto
A partire dal IV secolo Lorenzo è stato uno dei martiri più venerati nella Chiesa di Roma. Costantino I fu il primo ad edificare un piccolo oratorio nel luogo del suo martirio. Tale costruzione fu ampliata e abbellita da Pelagio II (579-590).
Sisto III (432-440) costruì una grande basilica con tre navate, con l'abside appoggiato all'antica chiesa, sulla sommità della collina dove Lorenzo fu seppellito. Nel XIII secolo Onorio III unificò i due edifici, che costituiscono la basilica che esiste tutt'oggi.
Papa Damaso (366-384) scrisse un panegirico di Lorenzo in versi, che fu inciso nel marmo e posto sulla sua tomba. Il contemporaneo poeta Prudenzio scrisse pure lui, in toni più poetici, un inno a san Lorenzo.
Le vicende più note del martirio di Lorenzo sono descritte, con ricchezza di particolari, nella Passio Polychromì di cui abbiamo tre redazioni (V-VII secolo); che in questo racconto siano contenuti elementi leggendari è un dato di fatto anche se talune notizie qui presentate sono note anche da testimonianze precedenti come quella di Ambrogio nel De Officiis Ministrorum.

alms_angelico


La prima menzione del 10 agosto come data del martirio risale alla Depositio martyrum, uno scritto dell'anno 354.
Per il martirio di Lorenzo abbiamo la testimonianza particolarmente eloquente di Ambrogio nel De Officiis Ministrorum, ripresa, in seguito, da Prudenzio e da Agostino d'Ippona, poi ancora da Massimo di Torino, Pier Crisologo, Leone Magno, e infine da alcune formule liturgiche contenute nei Sacramentali romani, nel Missale Gothicum e nell'Ormionale Visigotico.
Ambrogio si dilunga, dapprima, sull'incontro e sul dialogo fra Lorenzo e il Papa, poi allude alla distribuzione dei beni della Chiesa ai poveri, infine menziona la graticola, strumento del supplizio, rimarcando la frase con cui l'arcidiacono della Chiesa di Roma, rivolgendosi ai suoi aguzzini dice: Assum est,... versa et manduca, "Sono cotto da questa parte, girami dall'altra e poi mangiami". Forse fu per via di questo passo che si diffuse nel Medioevo la credenza secondo cui il corpo del martire fu fatto a pezzi e dato in pasto alla plebe pagana vittima di una carestia.

San_Lorenzo_AH


Il testo ambrosiano del De Officiis così si esprime:
«205. San Lorenzo,... vedendo il suo vescovo Sisto condotto al martirio, cominciò a piangere non perché quello era condotto a morire, ma perché egli doveva sopravvivergli. Comincia dunque a dirgli a gran voce: "Dove vai, padre, senza il tuo figlio? Dove ti affretti, o santo vescovo, senza il tuo diacono? Non offrivi mai il sacrificio senza ministro. Che ti è spiaciuto dunque in me, o padre? Forse mi hai trovato indegno? Verifica almeno se hai scelto un ministro idoneo. Non vuoi che versi il sangue insieme con te colui al quale hai affidato il sangue dei Signore, colui che hai fatto partecipe della celebrazione dei sacri misteri? Sta' attento che, mentre viene lodata la tua fortezza, il tuo discernimento non vacilli. Il disprezzo per il discepolo è danno per il maestro. È necessario ricordare che gli uomini grandi e famosi vincono con le prove vittoriose dei loro discepoli più che con le proprie? Infine Abramo offrì suo figlio, Pietro mandò innanzi Stefano. Anche tu, o padre, mostra in tuo figlio la tua virtù; offri chi hai educato, per giungere al premio eterno in gloriosa compagnia, sicuro del tuo giudizio"».

«206. Allora Sisto gli rispose: "Non ti lascio, non ti abbandono, o figlio; ma ti sono riservate prove più difficili. A noi, perché vecchi, è stato assegnato il percorso d'una gara più facile; a te, perché giovane, è destinato un più glorioso trionfo sul tiranno. Presto verrai, cessa di piangere: fra tre giorni mi seguirai. Tra un vescovo e un levita è conveniente ci sia questo intervallo. Non sarebbe stato degno di te vincere sotto la guida del maestro, come se cercassi un aiuto. Perché chiedi di condividere il mio martirio? Te ne lascio l'intera eredità. Perché esigi la mia presenza? I discepoli ancor deboli precedano il maestro, quelli già forti, che non hanno più bisogno d'insegnamenti, lo seguano per vincere senza di lui. Cosi anche Elia lasciò Eliseo. Ti affido la successione della mia virtù"».

GallaPlacidia-_sanloren


«207. C'era fra loro una gara, veramente degna d'essere combattuta da un vescovo e da un diacono: chi per primo dovesse soffrire per Cristo. (Dicono che nelle rappresentazioni tragiche gli spettatori scoppiassero in grandi applausi, quando Pilade diceva dì essere Oreste e Oreste, com'era di fatto, affermava d'essere Oreste, quello per essere ucciso al posto di Oreste, Oreste per impedire che Pilade fosse ucciso al suo posto. Ma essi non avrebbero dovuto vivere, perché entrambi erano rei di parricidio: l'uno perché l'aveva commesso, l'altro perché era stato suo complice). Nel nostro caso nessun desiderio spingeva san Lorenzo se non quello d'immolarsi per il Signore. E anch'egli, tre giorni dopo, mentre, beffato il tiranno, veniva bruciato su una graticola: "Questa parte è cotta, disse, volta e mangia". Così con la sua forza d'animo vinceva l'ardore del fuoco».
(Sant'Ambrogio, De Officiis Ministrorum, Libri Tres, Milano, Biblioteca Ambrosiana, Città Nuova Editrice, Roma, 1977, pp. 148-151)

La tradizione dice anche in maniera più precisa che a Lorenzo fu promessa salva la vita se avesse consegnato i tesori della Chiesa entro tre giorni. Il 10 agosto, quindi, Lorenzo si presentò alla testa di un corteo di suoi assistiti dicendo:
«Ecco questi sono i nostri tesori: sono tesori eterni, non vengono mai meno, anzi crescono».

jpg


Racconti più particolareggiati del martirio di Lorenzo furono composti anche all'inizio del VI secolo. In essi furono collegati tra loro in maniera romantica e totalmente leggendaria vari martiri della via Tiburtina e delle due catacombe di santa Ciriaca e di sant'Ippolito. I dettagli dati in questi atti del martirio di san Lorenzo e della sua attività prima della morte non possono essere considerati credibili. Si racconta secondo la tradizione che un soldato romano che assistette al supplizio – mediante graticola posta su carboni ardenti – raccolse con uno straccio gocce di sangue e grasso mentre il martire spirava, portandole al paese di Amaseno (FR) dove la reliquia è tuttora custodita e ogni 10 di agosto avviene il miracolo della liquefazione del Sangue di S. Lorenzo (molto simile al sangue di San Gennaro)

PREGHIERE A SAN LORENZO


jpg



ORAZIONE I

O Glorioso S. Lorenzo, che dopo avere con eroica intrepidezza sostenuto gli slogamenti della tortura, i laceramenti degli scorpioni di ferro, con un eroismo non più veduto vi rideste dei carnefici e dei tiranni, mentre eravate arrostito a fuoco lento su d'una graticola, per cui si estese la vostra fama in tutto l'universo; ottenete a noi tutti la grazia di mantenerci sempre incrollabili nella fede, malgrado tutte le tentazioni del demonio e le persecuzioni del mondo, e di vivere in tale maniera, da meritarci nell'altra vita la vostra beata immortalità. Gloria.

ORAZIONE II

O glorioso S. Lorenzo,
che siete onorato in tutto il mondo cattolico per la fedeltà costante nel servire la santa Chiesa in tempi di persecuzione, per la carità ardente nel soccorrere i bisognosi, per la fortezza invitta nel sostenere i tormenti del martirio, dal Cielo ricordatevi di noi ancora pellegrini in terra. Difendeteci dalle insidie dei nemici, impetrateci fermezza nella professione della fede, costanza nella pratica della vita ristiano, ardore nell’esercizio della carità, affinché ci sia concesso di conseguire come voi la corona della vittoria.

ORAZIONE III

O invitto martire S. Lorenzo,
voi, fatto pel vostro zelo, il primo dei sette diaconi della chiesa romana chiedeste ardentemente ed otteneste di seguire i sommo pontefice San Sisto nella gloria del martirio. E quale martirio sosteneste”! Con quanta santa intrepidezza sopportaste gli slogamenti delle membra, i laceramenti della carne ed infine il lento e penoso arrostimento di tutto il vostro corpo su di una ferrea graticola. Ma di tanti tormenti vi ne rideste, perché sostenuto da viva fede e da ardentissimo amore per nostro Signor Gesù Cristo. Deh! O glorioso Santo, ottenete a noi pure la grazia di mantenerci sempre immobili nella nostra fede, malgrado tutte le tentazioni del demonio e di vivere così conformi al nostro Divin modello, di meritarci una beata eternità in paradiso.

ORAZIONE IV

O nostro protettore S. Lorenzo,
a voi ricorriamo nelle nostre presenti necessità, fiduciosi di essere esauditi. Grandi pericoli ci sovrastano, molti mali ci affliggono nell’anima e nel corpo. Otteneteci propizio da Signore grazia e salvezza. Riconoscenti noi canteremo le divine misericordie e benediremo il vostro nome oggi e sempre, in terra e in cielo. Così sia.

Padre nostro, Ave Maria, Gloria.
San Lorenzo, prega per noi.

************************************************
Fonti iconografiche:
1. Immagine devozionale;
2. Beato Angelico, San Lorenzo distribuisce l'elemosina, Roma, Palazzi Vaticani (Cappella Niccolina);
3. San Lorenzo Martire, Mosaico proveniente dal Mausoleo di Galla Placidia, Ravenna;
4. Bernardo Strozzi, San Lorenzo distribuisce gli arredi, Roma, Galleria Nazionale dell'Arte antica;
5. Francisco Zurbaràn, San Lorenzo, 1636, olio su tela, San Pietroburgo, Ermitage.

************************************************

stelle


L'usanza di esprimere un desiderio al passaggio di una stella cadente affonda le sue radici nella devozione popolare a San Lorenzo: infatti, una tradizione vuole che lo sciame delle Perseidi, tipico di agosto, sia la rappresentazione fisica delle lacrime versate dal Santo durante il martirio. Secondo la cultura contadina, le lacrime di San Lorenzo avrebbero garantito prosperità ai raccolti successivi. Di qui, scaturisce l'usanza di chiedere una grazia (esprimere un desiderio, nel linguaggio profano) qualora si vedesse una "stella cadente" il 10 agosto, giorno del Martirio del Santo Diacono.

Edited by Ester80 - 10/8/2012, 21:37
 
Top
0 replies since 7/8/2012, 10:42   150 views
  Share