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San Domenico, Tenero come una mamma, forte come il diamante

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Ester80
view post Posted on 8/8/2012, 11:39




8 AGOSTO
SAN DOMENICO DI GUZMAN


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Patrono degli astronomi



SIMBOLI: Cane, torcia, stella, che derivano dal sogno della madre e simboleggiano la fedeltà a Dio, l'ardore dello zelo cristiano, l'adesione alla Fede cristiana come guida dei credenti; e il libro, che simboleggia il grande impegno del Santo e dei Frati Predicatori nello studio teologico.

BIOGRAFIA
Tratta dall'udienza generale del Santo Padre Benedetto XVI del 3 febbraio 2010.

Cari fratelli e sorelle,

la settimana scorsa ho presentato la luminosa figura di Francesco d'Assisi, quest'oggi vorrei parlarvi di un altro santo che, nella stessa epoca, ha dato un contributo fondamentale al rinnovamento della Chiesa del suo tempo. Si tratta di san Domenico, il fondatore dell'Ordine dei Predicatori, noti anche come Frati Domenicani.

Il suo successore nella guida dell'Ordine, il beato Giordano di Sassonia, offre un ritratto completo di san Domenico nel testo di una famosa preghiera: "Infiammato dello zelo di Dio e di ardore soprannaturale, per la tua carità senza confini e il fervore dello spirito veemente ti sei consacrato tutt'intero col voto della povertà perpetua all'osservanza apostolica e alla predicazione evangelica".E' proprio questo tratto fondamentale della testimonianza di Domenico che viene sottolineato: parlava sempre con Dio e di Dio. Nella vita dei santi, l'amore per il Signore e per il prossimo, la ricerca della gloria di Dio e della salvezza delle anime camminano sempre insieme. Domenico nacque in Spagna, a Caleruega, intorno al 1170. Apparteneva a una nobile famiglia della Vecchia Castiglia e, sostenuto da uno zio sacerdote, si formò in una celebre scuola di Palencia. Si distinse subito per l'interesse nello studio della Sacra Scrittura e per l'amore verso i poveri, al punto da vendere i libri, che ai suoi tempi costituivano un bene di grande valore, per soccorrere, con il ricavato, le vittime di una carestia.

Ordinato sacerdote, fu eletto canonico del capitolo della Cattedrale nella sua diocesi di origine, Osma. Anche se questa nomina poteva rappresentare per lui qualche motivo di prestigio nella Chiesa e nella società, egli non la interpretò come un privilegio personale, né come l'inizio di una brillante carriera ecclesiastica, ma come un servizio da rendere con dedizione e umiltà. Non è forse una tentazione quella della carriera, del potere, una tentazione da cui non sono immuni neppure coloro che hanno un ruolo di animazione e di governo nella Chiesa? Lo ricordavo qualche mese fa, durante la consacrazione di alcuni Vescovi: "Non cerchiamo potere, prestigio, stima per noi stessi. Sappiamo come le cose nella società civile, e, non di rado nella Chiesa, soffrono per il fatto che molti di coloro ai quali è stata conferita una responsabilità, lavorano per se stessi e non per la comunità" (Omelia, Cappella Papale per l'Ordinazione episcopale di cinque Ecc.mi Presuli, 12 Settembre 2009).

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Il Vescovo di Osma, che si chiamava Diego, un vero e zelante pastore, notò ben presto le qualità spirituali di Domenico, e volle avvalersi della sua collaborazione. Insieme si recarono nell'Europa del Nord, per compiere missioni diplomatiche affidate loro dal re di Castiglia. Viaggiando, Domenico si rese conto di due enormi sfide per la Chiesa del suo tempo: l'esistenza di popoli non ancora evangelizzati, ai confini settentrionali del continente europeo, e la lacerazione religiosa che indeboliva la vita cristiana nel Sud della Francia, dove l'azione di alcuni gruppi eretici creava disturbo e l'allontanamento dalla verità della fede. L'azione missionaria verso chi non conosce la luce del Vangelo e l'opera di rievangelizzazione delle comunità cristiane divennero così le mète apostoliche che Domenico si propose di perseguire. Fu il Papa, presso il quale il Vescovo Diego e Domenico si recarono per chiedere consiglio, che domandò a quest'ultimo di dedicarsi alla predicazione agli Albigesi, un gruppo eretico che sosteneva una concezione dualista della realtà, con due principi creatori ugualmente potenti, il Bene e il Male; e questo gruppo disprezzava, di conseguenza, la materia, come proveniente dal principio del Male, rifiutava anche il matrimonio, negava l'incarnazione di Cristo, i sacramenti, con i quali il Signore ci tocca tramite la materia, e la risurrezione dei corpi. Gli Albigesi stimavano la vita povera e austera, e in questo senso erano anche esemplari, e criticavano la ricchezza del Clero di quel tempo. Domenico accettò con entusiasmo questa missione, che realizzò proprio con l'esempio della sua esistenza povera e austera, con la predicazione del Vangelo e con dibattiti pubblici. A questa missione di predicare la Buona Novella egli dedicò il resto della sua vita. I suoi figli avrebbero realizzato anche gli altri sogni di san Domenico: la missione ad gentes, a coloro che ancora non conoscevano Gesù, e la missione a coloro che vivevano nelle città, soprattutto quelle universitarie, dove le nuove tendenze intellettuali erano una sfida per la fede dei colti.

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Questo grande santo ci rammenta che nel cuore della Chiesa deve sempre bruciare un fuoco missionario, il quale spinge incessantemente a portare il primo annuncio del Vangelo e, dove necessario, ad una nuova evangelizzazione: è Cristo, infatti, il bene più prezioso che gli uomini e le donne di ogni tempo e di ogni luogo hanno il diritto di conoscere e di amare! Ed è consolante vedere come anche nella Chiesa di oggi sono tanti - pastori e fedeli laici, Membri di antichi ordini religiosi e di nuovi movimenti ecclesiali - che con gioia spendono la loro vita per questo ideale supremo: annunciare e testimoniare il Vangelo!

A Domenico di Guzman si associarono poi altri uomini, attratti dalla stessa aspirazione. In tal modo, progressivamente, dalla prima fondazione di Tolosa, ebbe origine l'Ordine dei Predicatori. Domenico, infatti, in piena obbedienza alle direttive dei Papi del suo tempo, Innocenzo III e Onorio III, adottò l'antica Regola di sant'Agostino, adattandola alle esigenze di vita apostolica, che portavano lui e i suoi compagni a predicare spostandosi da un posto all'altro, ma tornando, poi, ai propri conventi, luoghi di studio, preghiera e vita comunitaria. In particolar modo, egli volle dare rilievo a due valori ritenuti indispensabili per il successo della missione evangelizzatrice: la vita comunitaria nella povertà e lo studio.

Anzitutto, Domenico e i Frati Predicatori si presentavano come mendicanti, cioè senza vaste proprietà di terreni da amministrare. Questo elemento li rendeva più disponibili allo studio e alla predicazione itinerante e costituiva una testimonianza concreta per la gente. Il governo interno dei conventi e delle provincie domenicane si strutturò sul sistema di capitoli, che eleggevano i propri Superiori, confermati poi dai Superiori maggiori; un'organizzazione, quindi, che stimolava la vita fraterna e la responsabilità di tutti i Membri della comunità, esigendo forti convinzioni personali. La scelta di questo sistema nasceva proprio dal fatto che i Domenicani, come predicatori della verità di Dio, dovevano essere coerenti con ciò che annunciavano. La verità studiata e condivisa nella carità con i fratelli è il fondamento più profondo della gioia. Il beato Giordano di Sassonia dice di san Domenico: "Egli accoglieva ogni uomo nel grande seno della carità e, poiché amava tutti, tutti lo amavano. Si era fatto una legge personale di rallegrarsi con le persone felici e di piangere con coloro che piangevano" (Libellus de principiis Ordinis Praedicatorum autore Iordano de Saxonia, ed. H.C. Scheeben, [Monumenta Historica Sancti Patris Nostri Dominici, Romae, 1935]).

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In secondo luogo, Domenico, con un gesto coraggioso, volle che i suoi seguaci acquisissero una solida formazione teologica, e non esitò a inviarli nelle Università del tempo, anche se non pochi ecclesiastici guardavano con diffidenza queste istituzioni culturali. Le Costituzioni dell'Ordine dei Predicatori danno molta importanza allo studio come preparazione all'apostolato. Domenico volle che i suoi Frati vi si dedicassero senza risparmio, con diligenza e pietà; uno studio fondato sull'anima di ogni sapere teologico, cioè sulla Sacra Scrittura, e rispettoso delle domande poste dalla ragione. Lo sviluppo della cultura impone a coloro che svolgono il ministero della Parola, ai vari livelli, di essere ben preparati. Esorto dunque tutti, pastori e laici, a coltivare questa "dimensione culturale" della fede, affinché la bellezza della verità cristiana possa essere meglio compresa e la fede possa essere veramente nutrita, rafforzata e anche difesa. In quest'Anno Sacerdotale, invito i seminaristi e i sacerdoti a stimare il valore spirituale dello studio. La qualità del ministero sacerdotale dipende anche dalla generosità con cui ci si applica allo studio delle verità rivelate.

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Domenico, che volle fondare un Ordine religioso di predicatori-teologi, ci rammenta che la teologia ha una dimensione spirituale e pastorale, che arricchisce l'animo e la vita. I sacerdoti, i consacrati e anche tutti i fedeli possono trovare una profonda "gioia interiore" nel contemplare la bellezza delle verità che vengono da Dio, verità sempre attuali e sempre vive. Il motto dei Frati Predicatori - contemplata aliis tradere - ci aiuta a scoprire, poi, un anelito pastorale nello studio contemplativo di tali verità, per l'esigenza di comunicare agli altri il frutto della propria contemplazione.

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Quando Domenico morì nel 1221, a Bologna, la città che lo ha dichiarato patrono, la sua opera aveva già avuto grande successo. L'Ordine dei Predicatori, con l'appoggio della Santa Sede, si era diffuso in molti Paesi dell'Europa a beneficio della Chiesa intera. Domenico fu canonizzato nel 1234, ed è lui stesso che, con la sua santità, ci indica due mezzi indispensabili affinché l'azione apostolica sia incisiva. Anzitutto, la devozione mariana, che egli coltivò con tenerezza e che lasciò come eredità preziosa ai suoi figli spirituali, i quali nella storia della Chiesa hanno avuto il grande merito di diffondere la preghiera del santo Rosario, così cara al popolo cristiano e così ricca di valori evangelici, una vera scuola di fede e di pietà. In secondo luogo, Domenico, che si prese cura di alcuni monasteri femminili in Francia e a Roma, credette fino in fondo al valore della preghiera di intercessione per il successo del lavoro apostolico. Solo in Paradiso comprenderemo quanto la preghiera delle claustrali accompagni efficacemente l'azione apostolica! A ciascuna di esse rivolgo il mio pensiero grato e affettuoso.
Cari fratelli e sorelle, la vita di Domenico di Guzman sproni noi tutti ad essere ferventi nella preghiera, coraggiosi a vivere la fede, profondamente innamorati di Gesù Cristo. Per sua intercessione, chiediamo a Dio di arricchire sempre la Chiesa di autentici predicatori del Vangelo.

PREGHIERE A SAN DOMENICO


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PREGHIERA DEL BEATO GIORDANO

Santissimo Sacerdote di Dio, glorioso confessore e predicatore esimio, Beatissimo Padre Domenico: su di te, più che su tutti i tuoi contemporanei, si è posata l'amorevole compiacenza del Signore, e noi ora siamo molto lieti di avere presso Dio un avvocato così celebre per la vita, l'insegnamento e i miracoli.
A te, che venero e amo più di tutti i Santi ed eletti di Dio, io ora rivolgo il mio grido accorato da questa valle di lacrime. Ti prego, vieni in mio aiuto, piissimo; vieni in aiuto, clementissimo, a questa mia anima di peccatore, priva di ogni virtù e di grazia, avvolta da innumerevoli vizi e macchiata dal peccato. Soccorri la mia anima, così meschina e infelice, beato e benedetto uomo di Dio: tu, che hai avuto la tua ricolma di tali e tante benedizioni e grazie divine da essere innalzato agli splendori dell'eterno riposo, della sede della pace, della gloria del cielo; e che con l'esempio della tua vita mirabile hai indotto moltissime altre anime alla tua stessa beatitudine: le hai sollecitate con le tue dolci esortazioni, le hai istruite con la tua soave dottrina, le hai spinte con la tua infuocata predicazione.
Soccorri la mia anima, Domenico benedetto; e nel tuo paterno affetto ascolta le sue accorate richieste. Cercando in te il suo rifugio, essa, povera e mendica, s'inchina ai tuoi piedi. Con tutta l'umiltà di cui è capace, essa cerca di presentarsi a te implorando; a te, agonizzante qual è, cerca di rivolgere le sue suppliche, affinché tu con la potenza dei tuoi meriti e l'efficacia delle tue buone preghiere, le dia vita e salvezza e la ricolmi abbondantemente della tua benedizione. Lo so, sono certo, che tu puoi farlo; ho fiducia che nel tuo grande amore tu vorrai farlo. Spero che, per l'intima familiarità che ti ha sempre unito a Gesù, da te sempre amato sopra ogni cosa, Egli non te lo negherà e che otterrai da Lui, tuo Signore e amico, tutto ciò che vorrai. Che cosa potrebbe infatti negare a te, suo diletto, un tale amico?
Infatti, ancor nel fiore della gioventù tu hai donato la tua verginità all'affascinante sposo, al castissimo amante dei vergini; e a Lui hai consacrato la tua anima ancora avvolta nel candore battesimale e impreziosita dello Spirito Santo; a Lui hai donato il tuo corpo come un'ostia viva e santa, gradita a Dio.
Tu, temprato dall'opera della grazia, ti sei votato totalmente al servizio di Dio e, fin dall'adolescenza, educato nella disciplina della tua Regola, hai disposto il tuo cuore verso mete sempre più alte, così che crescendo ogni giorno di virtù in virtù, hai fatto costanti progressi dal bene al meglio.
Tu, infine, entrando nel cammino della perfezione, hai abbandonato ogni cosa per seguire, povero come Lui, il Cristo, preferendo accumulare tesori nel cielo. Ma con ancor più forza hai rinunciato a te stesso, hai portato virilmente la tua croce, e ti sei sforzato di seguire la strada della nostra sola vera guida, il Redentore.
Infiammato dall'amore di Dio e da ardore soprannaturale, per la sovrabbondanza della tua carità, in uno slancio immenso di generosità hai speso tutto te stesso per la povertà perpetua, per la vita apostolica e la predicazione evangelica. E per questa grandissima opera, assecondando l'ispirazione divina, hai istituito l'Ordine dei Frati Predicatori.
Con i tuoi meriti e con i tuoi esempi gloriosi hai fatto rifulgere la Santa Chiesa su tutta la terra; liberato da questa prigione che è il corpo mortale, sei entrato a far parte della corte celeste; e ora rivestito ancora della stola battesimale siedi vicino al Signore come nostro avvocato.
Vieni dunque in mio aiuto, te ne prego! E anche in aiuto di tutti quelli che mi sono cari. Tu che hai desiderato così ardentemente la salvezza degli uomini, vieni in aiuto al clero e al popolo cristiano. Dopo la Beatissima Vergine, nostra Regina, tu sei la mia dolce speranza e il mio conforto; sei il mio unico rifugio. Vieni dunque amorevolmente in mio aiuto, perché a te solo io ricorro, in te solo confido, a te solo oso avvicinarmi. Eccomi ai tuoi piedi, ti supplico e ti invoco come mio protettore; ti scongiuro e mi affido a te con fiducia. Accoglimi dunque con bontà, custodiscimi, proteggimi, aiutami e fammi recuperare la grazia di Dio che tanto desidero, fammi ritrovare la sua misericordia; fa' che io possa meritare di ottenere quanto mi è necessario per la vita presente e per la salvezza eterna.
San Domenico, mio ottimo maestro, mia guida gloriosa e padre affettuoso, ti prego, fa' che sia così! Assistimi, te ne scongiuro, in tutti i miei bisogni; sii per noi veramente un Domenico, cioè un solerte custode del gregge del Signore. Custodisci, guida, correggi sempre noi che a te ci siamo affidati; e, una volta emendati, raccomandaci e presentaci con gioia, dopo questa vita terrena, al Signore benedetto da te tanto amato, al figlio dell'Altissimo, Gesù Cristo nostro Salvatore. A Lui solo spettano, assieme alla gloriosa Vergine Maria e a tutta la schiera dei beati, onore, lode e gloria nei secoli dei secoli, per l'eternità. Amen.

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O SPEM MIRAM

San Domenico, tu nell'ora della morte hai lasciato ai tuoi figli in lacrime una mirabile speranza, quando hai detto: "Vi sarò di aiuto più dal cielo che dalla terra"!
Compi ora, Padre, la tua promessa, venendo in nostro aiuto con la tua preghiera.
Tu che splendevi per tanti miracoli compiuti sui corpi degli infermi, abbi cura della debolezza del nostro spirito recandoci la potenza di Cristo.
Compi ora, Padre, la tua promessa, venendo in nostro aiuto con la tua preghiera.
Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo.
Compi ora, Padre, la tua promessa, venendo in nostro aiuto con la tua preghiera.
Amen.
V. Prega per noi, San Domenico.
R. E saremo degni delle promesse di Cristo.
O Dio, che hai fatto risplendere la tua Chiesa con le opere e la predicazione di S. Domenico nostro Padre, dona ai suoi figli di crescere nell'umile servizio della verità.
Per Cristo nostro Signore. Amen.

LUMEN ECCLESIAE

O lumen Ecclesiae, / Doctor veritatis, / Rosa patientiae, / Ebur castitatis, / Aquam sapientiae / propinasti gratis, / Praedicator gratiae / nos junge beatis.
Luminare della Chiesa, / dottore di verità, / miracolo di pazienza, / splendore di castità, / gratuitamente hai effuso ovunque / la luce della sapienza: / predicatore della grazia, / ricongiungi anche noi ai santi del cielo.
V. Prega per noi, San Domenico.
R. E saremo degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo.
Per intercessione di S. Domenico, nostro Padre e Protettore, ti supplichiamo, Dio Onnipotente, di sollevarci dal peso dei nostri peccati. Per Cristo nostro Signore. Amen.

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PREGHIERA A SAN DOMENICO

O ammirabile San Domenico, nostro patrono, in Te la nobiltà del sangue fu vinta dalla nobiltà della grazia che nel battesimo ti rese splendore di santità. Ottienici l'impegno di realizzare la nostra vita nella luce della grazia battesimale. La tua protezione operi meraviglie anche in noi e ci doni la guarigione da ogni male, il fervore della pietà, la gioia dell'amicizia divina, la pace serena nella morte e la beatitudine nell'eternità. Amen.

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ICONOGRAFIA
1. Immagine devozionale;
2. Immagine tratta da Missioni Don Bosco - Storia dei Santi;
3. Pedro Berruguete, San Domenico fa bruciare le opere degli albigesi, fine XV secolo, Museo del Prado, Madrid;
4. Immagine tratta da Monastero Corpus Domini - Macerata;
5. Gaspar de Crayer, S. Domenico, 1635, Madrid, Museo del Prado;
6. Ignoto, Sepoltura di S. Domenico, Madrid, Collezione Sanchez de Muniain;
7. Beato Angelico, San Domenico in meditazione [part. del "Cristo deriso"], 1438-1440, Convento di San Marco, Firenze;
8. Immagine devozionale.
 
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